Egoismo.
Sai cos’è? Io. “Io” è importante, direi che “io” è tutto. È il principio e la fine di ogni pensiero; l’origine e la conseguenza di ogni azione. È il criterio che realmente rileva; l’obiettivo che tutto giustifica. Io, voglio vivere di “ io”, non mi serve altro. Non mi dai ragione? Non lo trovi particolarmente rasserenante?
Ma tu non puoi rispondermi, tu che ne sai della vita. Avrai appena vent’anni o forse meno, non sei mai uscito dal tuo villaggio e probabilmente nessuno ricorda il tuo nome. A proposito, dimmelo come ti chiami, giusto per non associarti un nome italiano qualunque, uno facile da ricordare.
Ti chiami Giacomo? Non è possibile, non ci credo. Hai lontane origini italiane, per caso?
Tranquillo, non parliamo di Italia. Capisco la tua smorfia. Oramai lì quelli come te li notiamo: salite in metropolitana e stringiamo le borse al fianco; ci chiedete qualche euro, ma non non ve lo diamo perché chissà cosa ci fate. Ci mangiate? Ahah. Dimmi te se oggi come oggi non trovi il modo di mangiarti un panino per strada, almeno uno al giorno. Lo trovi, si che lo trovi. A me cosa interessa? Io sto bene, ho ciò che mi serve e pensa che anche con quello non sono mai felice, ne voglio ancora di più.
Aspetta, cosa stai facendo? Perché sorridi. Cosa hai da ridere? Sei coperto di fango e quella maglietta la indossi da mesi, perché sei felice? Ma poi fermo, non mi toccare. Cosa fai, mi vuoi abbracciare? Perché dovrei, non capisco. Perché dovrei abbracciarti? Bene aspetta,ragiona. Il cellulare? Nella tasca con il bottone, perfetto. I soldi? A casa. Bravo, sono stato bravissimo. Cosa mi potrà mai accadere? Questo bambino insiste e la titubanza è segno di debolezza. Lui non può vedermi debole, altrimenti assumerà la parte del forte e mi avrà un pugno. Si avvicina. Tappo il naso, mamma mia che puzza. Il mio corpo é predisposto.
É li, mi tocca, chiudo gli occhi. Siamo attaccati. Stringe.
Accascia la testa sulla mia spalla, strizza gli occhi più volte in maniera nervosa. Lo vedo perché, dal nervosismo, sviluppo grandi abilità di contorsionismo. Strizza, stringe ancora. Ma perché non succede nulla? Perché non mi sento male? Giacomo che stai facendo, perché adesso ti stacchi e cerchi i miei occhi? Cosa speri di trovare di bello lì dentro che tu già non abbia nei tuoi. Sei una visione celestiale e non ne comprendo il motivo. Sembri pulito adesso, profumato. Non ho più timore di toccarti, la tua pelle mi sembra uguale alla mia. Le tue mani sono rovinate, ma improvvisamente ne capisco il perché. È un “perché” che mi sveglia, che mi fa tornare da te ogni volta che il “non ce la faccio” prenda il sopravvento; che mi accarezza il cuore e lo conforta, ma allo stesso tempo lo riempie di motivi per mettersi in discussione.
Il campo diventa più difficile giorno dopo giorno. La mente stanca appoggia su corde cardiache sempre più tese; la scia di malinconia che, alla fine del campo, quegli occhi lasceranno nel mio cuore è sempre più visibile e concreta, ma l’ultima parola assomiglierà a un ritorno. Sarebbe da stupidi non farlo; sarebbe da stupidi fingersi sordi dinanzi questi suoni assordanti e sai che ti dico, caro Giacomo? Ora voglio proprio farlo. Voglio ascoltare tutto ciò che hai da dirmi. Voglio partire dalle tue parole per imparare ad amare, a votare alle elezioni, a fare la raccolta differenziata e a prendermi cura dei miei nonni. Voglio partire da te per edificare la struttura dei miei sogni e se qualcosa dovesse andare fuori dai piani, non aspetterò magnanimi condoni governativi, ma con pala e piccone resisterò alla tentazione di assecondare il mio “Io”.
Perché senza di te non sono nulla, senza di te sono soltanto un uomo che non ha le ali e le tue sono molto forti.
E il bello e’ che questa sensazione non ti abbandonera’ al tuo ritorno , la tua mente e il tuo cuore ogni giorno ti riporteranno indietro alla lezione appresa nel campo che alla fine diventera’ una lente attraverso la quale interpretare il mondo e tutto potra ‘ essere diverso proprio come scrivi tu nel blog. Ogni giorno leggo il vostro blog ed e ‘ come se fossi la’ con voi. Grazie Marina