Care amiche e cari amici,
questa epidemia da Coronavirus sta cambiando momentaneamente le nostre abitudini. Per il bene della collettività, siamo costretti a prendere delle misure che ci impediscono di muoverci liberamente, di scendere a prendere un gelato con gli amici, di abbracciare, di baciare, di andare in palestra etc.
E’ difficile sentire “nostro” un problema che potrebbe non interessarci, perché lontano geograficamente e coinvolgente la vita di persone che neanche conosciamo. Eppure la giacomogiacomo lo ha fa da molti anni, sostenendo studenti dal volto sconosciuto e realizzando progetti edilizi per comunità che abitano terre lontane.
Ma perché farlo, dunque, se non ci riguarda direttamente? Questa è “La Domanda” e risponderle fa la differenza. Marco Aurelio avrebbe risposto così: “Ciò che non giova all’alveare, non giova neppure all’ape”. Noi della giacomogiacomo crediamo che la Comunità non potrebbe vivere giorni sereni, se il singolo membro fosse in difficoltà. Allo stesso modo, il bene isolato di quel singolo non potrebbe esistere, se la Comunità intera fosse sofferente. Cosa permette, dunque, al singolo di vivere la condizione della comunità e di immedesimarsi in essa? La risposta: il senso di responsabilità nel mettere in pratica le misure preventive richieste.
Pensavate che saremmo rimasti silenti davanti tutto questo?
Ai nostri nonni è stato chiesto di partire per la guerra; a noi chiedono di starcene comodi sul divano per due settimane.
Però la vita ordinaria deve continuare: si lavora, si studia, si legge, si sogna… ma si può anche scrivere!
Allo scoppiare dell’epidemia, quanti di noi si sono immaginati in un piccolo comune, durante la peste del ‘600, a rimembrare il nome dell’amato o dell’amata dalla finestra di una torre medievale?
Ragazzi e ragazze, è tempo di levarsi l’armatura di ferro e le balze di velluto colorato, per vestire comode tute da casa e improbabili fermagli per capelli. Avete a disposizione un’intera quarantena (e qualcosa di più) per inviarci un racconto che parta da un Lui e da una Lei, innamorati ma distanti a causa del Coronavirus. Fateli sognare, arrabbiare, ridere e piangere.
Se hai un’età compresa tra i 13 ed i 28 anni, scrivi alla e-mail info@giacomogiacomo.org confermando la tua partecipazione con nome e cognome, componi il tuo racconto in un massimo di 2000 parole e invialo alla stessa e-mail info@giacomogiacomo.org, entro il 15 aprile 2020 (in caso di proroga del termine, ne sarà data tempestiva comunicazione sul sito internet www.giacomogiacomo.org).
I racconti saranno selezionati da una giuria composta da ricercatori universitari, docenti, professori e giornalisti. I nominativi verranno comunicati su richiesta.
I concorrenti saranno divisi in due categorie per fascia di età: 13-17 anni e 18-28 anni. Il racconto vincitore di ciascuna categoria sarà pubblicato sul sito della Onlus e il suo autore riceverà un premio. La consegna dei due premi avverrà in occasione di una manifestazione organizzata appositamente dalla Onlus giacomogiacomo. La data dell’evento sarà stabilita compatibilmente alle prescrizioni governative sulle misure relative al contenimento del virus.
Vi aspettiamo numerosi e non vediamo l’ora di leggervi!
Novità sul concorso Per un amore virale?
Mia figlia aveva partecipato ma non abbiamo più avuto vostre notizie.