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E’ una fresca notte kenyota quella nella quale io e mia sorella decidiamo di raccontarvi la giornata vissuta oggi.
Abbiamo passato la giornata insieme a Maurizio un prete comboniano con il quale abbiamo visitato la più grande discarica del Kenya.
Io e mia sorella ci rendiamo conto di essere arrivati a destinazione dall’odore nauseabondo che penetra dai finestrini del nostro pullman.
Davanti a noi vediamo solo spazzatura, una quantità di immondizia che non siamo in grado di quantificare, l’odore è immondo e fa molto caldo.
Se solo pensiamo che, come ci hanno appena spiegato, sono fortunati coloro che vivono lì nei dintorni abbiamo i brividi.
Se solo pensiamo che si paga per entrare a lavorare nella discarica per raccogliere l’immondizia, ci iniziano a scendere solo lacrime.
In mezzo all’immondizia ci sono bambini che giocano e persone che vivono lì.
Piano piano iniziamo a salire una montagna di immondizia, sentiamo caldo, la puzza ci fa venire i conati di vomito, i nostri piedi sembrano sprofondare sopra a nemmeno sappiamo cosa, un mix tra sacchetti di plastica, zaini e rifiuti di ogni genere.
Passo dopo passo arriviamo in cima: attorno a noi c’è solo MERDA .
Merda, perché sentiamo che tutto ciò è la negazione dell‘ umanità, merda perché per la prima volta e con i nostri occhi ci rendiamo conto che lo scarto dei ricchi diventa il tesoro dei poveri.
Ci sono bambini che raccolgono l’immondizia, mosche, uccelli, mucche che pascolano in questa distesa brucando la platica.
Tutto ciò ci fa stare profondamente male, sentiamo entrambe un magone allo stomaco.
Ci sono fumi di plastica bruciata: stiamo respirando diossina.
Cerchiamo di coprirci come possiamo il naso, rimaniamo attonite ci sono silenzi intorno a noi e lacrime.
Milioni di pensieri ci passano per la testa , il silenzio più assordante lacera i nostri cuori e i nostri pensieri, i nostri sguardi sono lì , e Dio dov’è?
Forse, è in queste persone, non in questi luoghi.
Le stesse persone che poco dopo abbiamo rivisto a messa cantare con Gioia e ringraziare Dio.
Come si fa a ringraziare per tutto questo? Non riusciamo a spiegarcelo ma ciò che abbiamo visto ci ha sconvolto, sbalordito ci siamo sentite smarrite.
Nel pomeriggio visitiamo la casa di accoglienza Napenda Kuishi di Maurizio.
Un centro che si occupa di riabilitazione per ragazzi tossicodipendenti.
Arriviamo davanti al cancello del centro, entriamo e davanti a noi si apre una vista inaspettata, un luogo di pace rispetto alla confusione che ci ha accompagnato per tutto il cammino. Maurizio ci accoglie e ci inizia a raccontare il percorso di un anno che i ragazzi intraprendono li’ una volta entrati.
Capiamo subito che la droga e la criminalità non sono gli unici problemi di questi ragazzi, si tratta di ragazzi abbandonati dalle famiglie, venduti, poveri, maltrattati, per i quali la criminalità e la droga sono gli unici rifugi della loro esistenza.
Questa realtà ci fa sentire ancora più fortunate. Incontriamo quei ragazzi e vediamo speranza nei loro occhi, ne conosciamo uno che si sta per laureare in psicologia!
Pensare che per noi questo titolo è stato quasi un nostro diritto invece qui rappresenta un percorso di salvezza, rivincita.
Abbiamo il cuore in frantumi da questa giornata, le lacrime sono esaurite, ed ora torniamo immensamente grati al compaund.

 

DAY 3 – SORELLE MERCURI

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