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Comincio a pensare come potrò vivere i ricordi di questa esperienza straordinaria, alla memoria di Alberto, 30 anni dopo. Ci sono due modi negativi e un modo positivo.
1) IL SIPARIO RASSEGNATO. Chiudo il sipario, resta un ricordo vivo ma congelato; una bella esperienza, penso che comunque non cambia niente, è tutto un po’ inutile. Forse la rimuovo un po’, perché è fastidiosa.
2) IL TURISMO FILANTROPICO. Resta un ricordo vivissimo, sento di avere fatto una cosa buona e forse utile, ho visto cose incredibili, “vogliamoci bene”; la metto nell’archivio delle mille esperienze di chi si può permettere tutto, anche di essere buono con viaggi cattolico-filantropici. Me ne vanto anche un po’, con discrezione. Un po’ predatore, un po’ generoso.
3) I LEGAMI FERTILI. È la consapevolezza di problemi enormi, di ingiustizie intollerabili. Ma al mio livello tutto passa attraverso relazioni personali, amicizia, intesa, reti di solidarietà, anche dialettica aspra ma fertile. Il desiderio della sobrietà. Il gusto e il desiderio di essere attenti e rispettosi nel dare, curiosi e disponibili nel ricevere. Né cinici né ingenui. La gioia e la bellezza dell’altro. Rendere questa esperienza non una tra tante, ma riferimento decisivo al quotidiano che vivrò a Roma.
Fantomas

L’ambulatorio HIV di Korogocho

7 Comments

  • Monica R. ha detto:

    Caro Massimo, solo il terzo modo ha un senso. E posso dirti sinceramente che, più che non esserci, mi è dispiaciuto non essere li insieme a voi. Proprio per quel condividere di cui parli, per quel trovarsi insieme nello stesso posto, nella stessa esperienza e nello stesso momento, come altre tantissime volte nella vita.
    Per quel rendere ogni attimo un momento di eternità condivisa.
    Perchè gli occhi di ognuno si fondono con le emozioni di tutti, e nello scambio si sommano le riflessioni e si amplia l’immagine.
    E così non sarà solo ciò che hai visto che riporterai indietro, ma anche ciò che vi siete scambiati, quello che l’essere lì ha provocato in ognuno di voi.
    Poi, la nostra vita è qui, è questa. Lontanissima da lì, paradossalmente più semplice, ma spesso ugualmente complicata. Una vita che dovrebbe vederci pieni di gioia e che invece ci lascia spesso insoddisfatti, perchè, purtroppo, a volte, ne perdiamo il senso.
    Penso che una profonda riflessione in questo senso dobbiamo farla, e se qualcosa possiamo e dobbiamo cambiare, proprio dopo esperienze come questa, è nell’essere almeno grati per la nostra vita, e nello stesso tempo capaci di esserne felici.
    Vi aspetto
    Monica

  • romolo ha detto:

    Ciao Massimo, direi che comunque è stato bello andare! Anche le prime due cose un qualche senso ce l’avrebbero, anche perché con quello che si spende si può andare una settimanella di riposo in qualche resort tropicale! Scegliere di incrociare per qualche giorno della propria vita l’umanità africana credo abbia un grande senso, spirituale e storico, soprattutto per i più giovani. Qualcosa segna, perché come sappiamo, Gesù parla tramite i poveri della terra, “che saranno sempre con noi” (Mt 26, 11).
    Già da lunedì prossimo potremo fare una bella condivisione di comunità!

  • ziostefano ha detto:

    Bellissima esperienza interiore, sempre e comunque. Bravi. Un caro saluto a Violetta e a tutti voi…..Stefano e Anna Maria.

  • laura ha detto:

    ragazzi!
    vedo che gli ultimi giorni sono faticosi anche per aggiornare il blog, ma come avete visto i nostri messaggi non mancano.
    ovviamente ci dovete raccontare dell’impatto dell’idroponica e di chi la seguirà giù ad Ongata. kissà possa essere uno dei prossimi progetti di microcredito 🙂
    come stanno David, Fiddy e tutte le donne dei gruppi incontrati lo scorso anno, siete riusciti a rincontrarle?
    sono proprio curiosa di sentire i vostri racconti.
    gustatevi e non guastatevi gli ultimi giorni.
    fate le cose con calma e insieme, hakuna matata
    laura sister

  • letizia ha detto:

    La tua sensibilità, caro Massimo, farà in modo che quello che hai visto toccato udito provato lì, anche noi potremo vedere toccare udire e provare. Perchè noi eravamo lì con voi, non te ne sei accorto? Il desiderio mai realizzato di andare in Africa in noi, c’è sempre stato fin da ragazzini. Abbiamo conosciuto e conosciamo un mucchio di persone che hanno dato la vita per l’Africa e sempre, proprio in nome dell ‘ unità dei cuori, abbiamo provato la condivisione e la diversità dei talenti.,dunque dei talenti. Tornate e venite ad aprire occhi e cuori. Vi abbiamo mandati e ora tornate a raccontare, perchè il Signore ha dato a voi questa opportunità ma appartiene a tutti noi. Leti

  • laura ha detto:

    VI PREGO AGGIORNATECI!

  • laura ha detto:

    Care tutte
    sto facendo una pausa di una giornata di lavoro intensa.
    HO UN GRAVE PROBLEMA!
    come farò questa notte? mi avete lasciato da fare tutto il lavoro da sola!
    da voi, con la scopa, basta volare basso sulle baracche.. e quelle temperature..beate voi
    qui fa un umido! un freddo!
    mi sono diventati i capelli bianchi e caduti i denti al solo pensiero!
    🙂 🙂 🙂 🙂
    ciao a tutte le mie befane laggiù
    a Paola in primis
    a Rita
    a Anna C.T.( si capisce così?)
    a Orietta
    a Anna A.
    a Letizia
    a Silvia
    a Elena
    a Bianca
    a Chiara
    a Renata…
    a tutte le sisters (pensa che bello stanotte volare con le sisters)
    chi ho dimenticato?
    beh.. anche a lei
    laura sister