BANGARADESH
Ballano sui vetri rotti
a piedi nudi
tra cumuli di immondizia.
Vestono gli avanzi,
si cibano di scarti, o di nulla.
Hanno fango alle ginocchia, quando piove.
Sono i dirimpettai della mia anima,
i bambini di Bangaradesh:
miei figli, miei genitori,
pezzi della mia storia
che non so comprendere,
che un disegno impazzito ha dimenticato quaggiù,
dove non posso raggiungerli.
Sono angeli precipitati all’inferno
che con gioia spontanea
fan lugubre testimonianza
al mio fallimento.
Stefano
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